Le Torri sullo Stretto: un vanto della SAE

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ello scorrere Wikipedia alla ricerca di qualche foto o qualche elemento che tratti la vicenda dei famosi “Piloni dell’attraversamento dello Stretto di Messina “, costruiti per il trasporto di energia elettrica dal continente verso la Sicilia - con un elettrodotto da 220 kV –  leggo con disappunto che “la progettazione e la realizzazione delle strutture è stata opera della S.G.E.S. (Società Generale Elettrica della Sicilia)" non riscontrando alcuna menzione a riguardo della SAE: la vera artefice di questo grande e sofferto progetto industriale che le valse nel 1957 il Premio Nazionale ANIAI per la miglior realizzazione di ingegneria industriale italiana.

 

Un riconoscimento di cui giustamente l’ing. Franco Bianchi - il vero padre del progetto - andò fiero anche per la grande risonanza che la realizzazione dell’attraversamento ebbe in tutta Europa ma soprattutto negli Stati Uniti, come si legge in capitolo riportato sul volume edito dalla Direzione Generale di SAE Milano “Storia della SAE e dei suoi Uomini” di Corrado Pizzinelli (1986),   che riporto in uno dei suoi passaggi più significativi:    

 

(….) “Non c’è alcun dubbio: ad affermare la ditta SAE di Milano negli Stati Uniti contribuì in modo straordinario “l’attraversamento dello stretto di Messina”. Sin dal 1951 alla SAE era stato commissionato, dopo una selezione tra una decina di progetti italiani, lo studio dell’attraversamento che nel dicembre dell’anno successivo era stato accettato.

 

L’aver preso quel lavoro, seguito con interesse da tutto il mondo (non ne erano stati fatti altri prima), contribuì moltissimo ad affermare l’azienda e a consacrarla sul piano nazionale ed internazionale come società di altissime qualità tecniche. Insomma, il successo planetario di quest’opera di grande impegno tecnico, è da attribuire all’ingegno e alla determinazione di grandi Uomini che hanno scritto la storia della società SAE: l’ing. Franco Bianchi di Castelbianco e l’ing. Giorgio Magenta (…..)”.

 

Il 15 maggio 1956, dopo la posa dei grossi conduttori in acciaio e un’infinita serie di collaudi, il collegamento elettrico fra le due sponde dello stretto fu ufficialmente inaugurato. Quel giorno la Sicilia scrisse una delle pagine più importanti della sua millenaria storia. Un traguardo raggiunto grazie al contributo della SAE di Lecco, SAE Milano, SAE Napoli, dei Cantieri di Montaggio “Calabria” e “Sicilia” e di tutti i suoi uomini: dal Dirigente all’ultimo dei ragazzini di reparto.

 

Nel febbraio del 1992, dopo trentasei anni di onorato e redditizio servizio che consentì alla Sicilia e alla stessa Calabria di affacciarsi al mondo industriale dopo secoli di isolamento, l’elettrodotto aereo – anche grazie alle nuove tecnologie - fu sostituito da un innovativo "cavidotto" sottomarino, più resistente a fenomeni sismici, atmosferici e, soprattutto, più sicuro e redditizio.

 

I Piloni, quello calabro posto sul promontorio di Scilla e quello siculo posto a Punta Faro nei pressi di Messina, per volontà delle rispettive Regioni, dopo essere stati “liberati” dai pesanti conduttori, non furono demoliti ma, per scelta popolare, rimasero al loro posto e dichiarati Monumento Nazionale.

 

Oggi, le due strutture opportunamente restaurate, dall’alto dei loro 224 metri, ospitano varie apparecchiature per la ricerca scientifica  e meteorologica.

In occasione di festività e ricorrenze nazionali, i piloni sono interamente illuminati con centinaia di luci cangianti, alimentate da batterie di pannelli solari.   (gcp)

 

 

IMPORANTE:

 

In attesa di una definitiva sistemazione della pagina dedicata alle "Torri dello Stretto" vi invitiamo a  visionare  i filmati  che troverete nella sezione  "cineteca storica" relativi alla costruzione, spedizione e montaggio delle due strutture.  

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